Il grido di Jo Conti e della sua “Cuori precari”: alla ricerca continua dell’amore, nonostante le sofferenze

cuori precari copertinaA distanza di un mese dall’uscita ufficiale su tutti i principali store musicali (qui il link per l’ascolto: https://spoti.fi/3JxxFhg) riecheggia il desiderio di felicità di Jo Conti con la sua “Cuori precari”, una canzone che racconta l’amore non corrisposto, i rimorsi, le illusioni, gli errori, a volte ripetuti.
‘Qualcuno poi mi fa male, tanti mi rubano il cuore. Sarai tu il prossimo errore, il nome per cui soffrire? Con questo freddo mortale mi chiedo se sarai amore o ancora un’altra illusione per me, ti aspetto qui’. Quella di Jo Conti, nel testo a cura di Joe Iozzo, è una continua ricerca che non si arresta di fronte alle sofferenze subite nelle storie d’amore e non solo.

Il ritornello orecchiabile e la melodia ritmata composta dal Maestro Pierluigi Pellicanò aiutano proprio a capire quanto l’artista, l’uomo abbia la capacità di non mollare, insistere e sorridere, anche se quel cuore ‘non so più dove cercarlo’.
Perché il suo resta un potente grido autobiografico, di un’intensità paragonabile a quello di “Madre non madre”, il principale successo del cantante siciliano e fondatore nonché direttore artistico dell’etichetta discografica indipendente Sorridi Music: quel ‘Mi aspetta la vita’ finale si traduce ora con la voglia di amare ed essere amato ‘solo per non morire’, dopo aver sofferto tanto negli anni a causa dei difficili rapporti familiari e della non accettazione dell’omosessualità.

L’amore è universale, ‘Love is love’, così per arrivare a una fetta di pubblico più ampia possibile Jo Conti ha adattato, eseguito e distribuito il brano anche nella versione spagnola, “Almas precarias”. Il singolo ha già raggiunto infatti i consueti lidi della Spagna e dell’America Latina, come già avvenuto per altri pezzi di successo come “La paura d’esser soli”, “Sorridi canta” e ovviamente “Madre non madre” e promette di seguirne lo stesso percorso.

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